top of page

Nobodies

Nobodies.jpg

‘Nobodies’ rappresenta la perdita della propria identità e il difficile parto dell’Io.

Siamo tutti ‘Nessuno’, in attesa di diventare ‘Qualcuno’: Noi Stessi.
Il ‘Nessuno’ è simboleggiato dal corpo pallido, morente e liquefatto, che faticosamente cerca di emergere dalla superficie.
La sua mano, completamente fuori, rappresenta la forza del magnetismo di una società illusoria, a richiamare chiunque verso una direzione stereotipata.
 
Nell’opera, il difficile parto dell’Io è riproposto dallo squarcio del corpo sul torace e dalle mani nuove che ne fuoriescono appena.

In un’epoca che ti spinge verso l’omologazione, richiedendo modelli artefatti, è importante ascoltarsi davvero e crescere autentici. Le dipendenze da sostanze, così come anche quelle affettive, sono il risultato di una perdita di contatto con il proprio ‘Io’. Per questo è essenziale nutrire sin da subito interessi sani, in linea con un personale modo di essere.
Il distacco dal proprio ‘centro’ provoca un aumento della vulnerabilità dell’anima, e la espone maggiormente alle ‘trappole’, rendendola fragile.  

L’opera racconta la battaglia del Daimon, chiamato così da Platone. Ognuno di noi ha una forza innata e magica all’interno, abbastanza forte per poter liberarsi e affondare le dita sul mondo con il suo ‘Essere’.

Ognuno di noi è quel ’Qualcuno’ che merita di esistere nella pienezza della sua vocazione.

Il vero ‘Io’ resta sempre sotto la scocca dell’apparenza, pauroso, ma allo stesso tempo abbastanza forte, da poter rompere l’involucro di ciò che gli viene richiesto, per poi affondare le dita sul mondo con il suo ‘Essere’.


Siamo tutto ‘Nessuno’, finché non ritorniamo alla nostra vera ‘immagine’.

Nobodies 6.jpg
Nobodies 4.jpg
Nobodies 5.jpg
Nobodies 3.jpg
58606339_10219262943754987_5893075290552
Nobodies 8.jpg
bottom of page